"Giovedì gnocchi, venerdì pesce (o ceci e baccalà), sabato trippa".
E' un detto tipicamente romano che si porta dietro un pezzo di storia della cucina, quando il venerdì di magro veniva preceduto da un giovedì sontuoso. Poi il sabato e la domenica carne...
Gli gnocchi sono una pietanza diffusa in molti paesi del mondo, anche se preparati con ingredienti diversi:
farina di frumento, o di riso, o di semola, con pane secco e latte, con patate, con verdure... dai Canederli trentini agli gnocchi alla romana di semolino, agli gnocchetti sardi. I condimenti sono i più vari, con contaminazioni e fusioni incredibili.
Ormai da piatto sostanzioso ma povero, sono diventati una vera pietanza gourmandise.
In Campania, mia terra d'origine, vantano un'antichissima tradizione e vengono chiamati "maccheroni di casa" o anche "strangulaprievete".
Si fanno però la domenica, conditi con sugo di ragù (napoletano), fior di latte e gratinati al forno e si chiamano "Gnocchi alla sorrentina".
A Verona, città dove vivo, si condiscono, oltre che con il pomodoro o con burro e salvia, con la "pastissada de caval" o "de musso" e sono il piatto tipico del "venerdì gnocolar", giorno della sfilata dei carri di Carnevale.Il "Papà de gnoco" è il nome della maschera principale del Carnevale scaligero, di qui l'usanza di mangiarli il venerdì.
A parte la storia, gli gnocchi sono buoni sempre. Almeno per me, che appena posso li preparo. Sono diventata velocissima ed esperta.
Mi piace condirli secondo la più pura tradizione ma anche in odo innovativo, con i frutti di mare, con il baccalà mantecato, con le verdure e alla "Norma", con le melanzane e il pecorino.
1 kg di patate "giuste" vecchie, farinose e sane, senza germogli o verde
350 g (o 400 g) di farina 0
Condimento a piacere.
Si lessano in acqua salata le patate con la buccia.
Si scolano dall'acqua e senza sbucciarle si tagliano a metà.
Si passano, un mezzo alla volta nello schiacciapatate, mettendo la parte tagliata verso i fori, schiacciando.
La buccia resta nello schiacciapatate e la si elimina.
Avanti con un'altra mezza patata e così via fino all'ultima.
Sulla spianatoia, o in una terrina, appena sono tiepide, si incorpora la farina e si impasta velocemente.
Più si impasta, più viene fuori l'umido delle patate, quindi occorre essere rapidi.
Io mi organizzo così: sul fuoco la pentola con acqua salata che bolle, vicino una teglia con un velo di olio sul fondo e un mestolo forato e il tagliere di legno.
Con un po' di impasto alla volta sul tagliere faccio dei cilindretti, li taglio e man mano li tuffo nell'acqua. Quando affiorano li prendo con il mestolo forato e li metto nella teglia con l'olio, così non si attaccano.
Quando li ho cotti tutti li metto nel tegame con il condimento prescelto ben caldo e delicatamente li giro.
Una volta impiattati, aggiungo il parmigiano e il pepe.
Questa modalità vi permette di servire degli gnocchi ben fatti e contemporaneamente a tutti i commensali.
Poi, se avete tempo e se siete abili, prima di buttarli in pentola potete passarli su rebbi della forchetta, o sul retro della grattugia, o sull'apposito attrezzo di legno, per dargli quella piacevole rigatura che tiene bene il sugo. Ma il procedimento base è più che onorevole.
Nessun commento:
Posta un commento