lunedì 26 gennaio 2015

Pane e vino... Cibo e Convivio



Ma il cibo unisce, o divide?
Una domanda che di primo acchito  sembra scandalizzare, se pensiamo a tutte le tantissime occasioni conviviali a cui abbiamo partecipato con gioia.   
 
Invece è la domanda che ha iniziato a frullarmi in testa giovedì sera, dopo aver partecipato a "Cibi e Convivi", il secondo appuntamento del ciclo di incontri intitolato "Paesaggi e Contrasti", proposto da Villa della Torre Allegrini, a Fumane. 
Il ciclo prevede 4 incontri ed è pensato come un fil rouge verso EXPO MILANO 2015.
 
Giancarlo Mastella, il padrone di casa, nella sua introduzione alla serata ha premesso che, quando nello scorso autunno questo progetto ha preso corpo, gli argomenti erano stati selezionati e i relatori individuati, non c'era stato l'attentato di Parigi che con la sua brusca accellerazione alla storia li ha fatti diventare prepotentemente d'attualità.
L'intento degli organizzatori, partendo dal tema dell'EXPO 2015 "Nutrire il pianeta, Energia per la vita", era di indagare la storia e l'antropologia del cibo, con l'obiettivo di dare rilievo alla valenza sociale e culturale del cibo, per arrivare informati e consapevoli all'evento EXPO.
Invece la multiculturalità, ritenuta un valore, ha preso immediatamente l'accezione di complessità e di conflitto, "di scontro di civiltà", come alcuni sostengono. Gli scenari sono cambiati e la leggerezza si è persa.
La serata, comunque, dopo il dovuto momento di riflessione, attraverso i relatori ha fornito un excursus dotto, seppur breve, sul valore simbolico del cibo nelle tre religioni monoteiste. 
Così  è stata messa a fuoco l'importanza del "riunirsi a tavola" nel mondo Islamico, Ebraico e Cattolico, perchè sono queste le religioni che nella storia, per unire e dare identità al loro popolo e per "separarlo" dagli altri, hanno utilizzato il valore simbolico del cibo, imbrigliandolo in precise regole di utilizzo.
 
Il primo relatore, Renzo Guolo, dell'Università di Padova, giornalista di Repubblica e scrittore, partendo dall'attualità, ha parlato delle società multiculturali e della difficoltà di ricomporre i conflitti che hanno una matrice culturale.
Il secondo, Anna Vanzan, docente dell'Università Statale di Milano, ha parlato di cibo e Islam, del Corano come libro regolativo, percepito da fuori come il libro dei no, delle cose che non si possono fare.
Invece poi la verità è sempre molto più ricca di sfumature e nell'Islam alla fine ad essere condannati sono gli eccessi. Sicuramente però alcune ritualità, come il digiuno, sono pensate per mettere alla prova...
Poi è stato il turno di Michele Campos, Scuola di Cucina del Ghetto di Venezia, che ci ha introdotto nel rigoroso mondo kosher e dela ritualità Ebraica, dove cibo e vita quotidiana son profondamente uniti. 
Qui il cibo veramente è motivo di incontro e di appartenenza esclusiva.
Infine Gianni Moriani, Master in Cultura del Cibo presso l'Università Ca’ Foscari Venezia, ha parlato del Cristianesimo, dove Cristo attraverso il pane e il vino della Messa, ha preso su di sé la ritualità del cibo.
Quattro relatori, quindi, che con le loro narrazioni ci hanno guidato in questo percorso tra alimentazione, cultura, filosofia, politica, religione e tanto altro ancora. Quello che è emerso sul cibo è un universo affascinante, in cui mangiare rappresenta un importante fatto rituale, prima ancora che sociale .
Del resto,  nel tempo per l'uomo mangiare non è mai stato solo "nutrirsi" e cucinare non è mai stato solo  un atto necessario a soddisfare un bisogno naturale. L’uomo ha da sempre attribuito valori simbolici al cibo.
Quanti alimenti  ricevono un significato rituale, quasi senza che ce ne accorgiamo, nei momenti e nelle occasioni particolari dell'anno e della vita! Giungono a noi dalle tradizioni e risentono anche di superstizioni che accompagnano la loro preparazione, la loro conservazione e il loro consumo. 
E noi mettiamo in atto tutto ciò senza pensarci su e senza conoscerne l'origine o il significato.

La serata si è conclusa in modo conviviale, con un aperitivo offerto della Cantina Allegrini, che con i suoi splendidi vini ha accompagnato il buffet multiculturale, ispirato all'argomento della serata.

martedì 20 gennaio 2015

Risotto alla zucca.

La zucca o la si ama o la si detesta.
In effetti il sapore dolce e la consistenza cremosa fanno della zucca un ingrediente da usare con attenzione e assecondare con perizia. Ci sono vari tipi di zucca, con sapore e consistenza diversi.
Quella che uso di più e che più mi piace é la mantovana: dolce, compatta, cremosa dopo la cottura.
Tagliata a fette e cotta in forno con zenzero e noce moscata é una delizia, maritata al riso in un cremoso risotto é una squisitezza, oppure racchiusa in una sfoglia per dei tortelli... Goduria.
Per poterla sbucciare, affettare, maneggiare facilmente é meglio prima farla appassire nel microonde oppure in forno avvolta nel foglio di alluminio. Dopo sarà docile come una zucchina.
Risotto per 4 persone:
350g di riso Carnalori o Vialone Nano
1/2kg di zucca mantovana
2 l di brodo vegetale fatto con 1cipolla e 2 caste di sedano
2 cucchiai di olio
50g di burro
Parmigiano grattugiato, in quantità secondo il gusto
 Sale, pepe, noce moscata e zenzero in polvere.
Procedimento.
Preparate il brodo facendo cuocere la cipolla e il sedano per 1/2 ora nell'acqua.
In una pentola larga fate tostate il riso con l'olio, girandolo con il mestolo (quando il riso al tatto é caldo é fatta)
Aggiungete la zucca, già precotta, tagliata a pezzi.
Cuocete per 15 min, aggiungendo il brodo, tenendo il riso sempre coperto a filo e rimestando.
Quando all'assaggio il riso e quasi pronto spegnete il fuoco e aggiungete burro, noce moscata, zenzero e pepe. Aggiungete il parmigiano grattugiato e coprite per un paio di minuti. Deve risultare cremoso. Morbido, all'onda, perché nel piatto continua ad addensare...
VINO un lambrusco ci puó stare.

venerdì 16 gennaio 2015

Zuppa di pesce.

Si dice :"venerdì pesce". Giusto.
Per non  contraddire la saggezza popolare, che nei suoi semplici modi di dire racchiude concentrati  di lunga esperienza, io, se posso, il venerdì cucino il pesce. In modo semplice, al vapore o al cartoccio, oppure in modo più  sontuoso, come questa zuppa o al forno con le patate.
La zuppa é un piatto che da' molta soddisfazione e se ci si serve in una pescheria fornita e cortese il gioco é fatto. Importante é valutare il pescato del giorno, vedere cosa offre il banco del pesce.
Nella zuppa ci si può mettere quello che si vuole, tanto e vero che ogni località di mare ha la sua: brodetto, cacciucco, zuppa... 
Per me quella più giusta é dove si mette lo scorfano, la gallinella, i molluschi e i frutti di mare. Ma anche dei poverissimi pesci di paranza, se freschissimi, possono dar vita a un piatto indimenticabile.
Ho ancora vivissimo nella memoria il sapore di una zuppa di pesci senza nessun blasone, mangiata a bordo di una barca di pescatori a Lampedusa, tanti anni fa... Irripetibile.
Ingredienti: 
1sacchetto di Vongole veraci
1sacchetto di cozze
1filetto di merluzzo a testa
1filetto di gallinella a testa
Qualche coda di gambero
Olio evo
Una decina di pomodorini ciliegini.
Peperoncino, prezzemolo, sale, aglio, un pizzico di zucchero e fette di pane casereccio, molto buono.
Procedimento.
Far aprire le cozze e le vongole in pentole.separate.
Sgusciarne e la metà.
Tenere da parte il loro liquido filtrato.
In un tegame mettere olio, aglio, peperoncino. 
Aggiungere i pomodorini tagliati e un pizzico di zucchero per farli caramellare.
Allungare con un paio di mestoli di acqua dei frutti di mare. 
Coprire e far cuocere per 5 minuti. Aggiungere il pesce e far cuocere per altri 15 minuti, coperto.
Aggiungere i frutti di mare e spegnere.
Spolverare con prezzemolo.
Ci deve essere il giusto brodo per il pane, ma il tutto non deve essere "annacquato".
VINO un rosato del Salento.



martedì 13 gennaio 2015

Dieta? No, equilibrio.

Chi di noi almeno una volta la settimana non dice, o pensa, " da lunedì dieta"? Tutti.
Possibile che dobbiamo confrontarci ogni volta con questo buffo carma del pendolo? 
Sempre da un estremo all'altro.
Proviamo, invece, a tenerlo un po' fermo, questo pendolo.
Il cibo é un piacere, si sa, ma anche la fonte del nostro benessere, la base della nostra salute, il carburante della nostra energia. Hai detto niente...
Allora instauriamo con lui un rapporto solido, stabile, risolto, godiamoci il cibo del convivio e godiamoci il cibo della quotidianità, con lo stesso gusto e la stessa partecipazione. 
Impariamo a compensare subito, questo sì: se un giorno mangio molto o pesante, il giorno dopo mangio poco e leggero. E se non stiamo bene, se l'influenza ci ha fatto visita, mettiamo il nostro corpo a riposo per un giorno. Ecco, così, con questo continuo mantenimento di equilibrio, potremo non privarci di niente.

domenica 11 gennaio 2015

Ricetta per l'anno appena iniziato.

Dunque, l'anno nuovo si é avviato, ha preso il suo ritmo lento e costante e ognuno di noi, dopo il rutilante scintillio delle feste di Natale e di Fine Anno, sta riprendendo la quotidiana, rassicurante, routine. Anche io ora torno al lavoro, a scrivere di ricette e sorsi di vino, ad occuparmi della mia vita.
Peró la prima ricetta di questo 2015 che voglio qui pubblicare non é una ricetta di cucina, ma di vita. Senza alcuna presunzione. Voglio solo condividere alcune piccole riflessioni che ho fatto in questi giorni di lenta pigrizia, anche sull'onda dell'emozione dei fatti accaduti in questi giorni intorno a noi.
Ecco, l'argomento é la felicità.
Caspita, penserete voi, roba da niente. Eh.
Credo che proprio il periodo delle feste natalizie porti alla ribalta prepotentemente questa parola.
Intanto, sembra che sia vietato essere tristi, anzi c'è una sorta di obbligo, di dovere, ad essere felici.
Incontriamo tanta gente e ci accorgiamo che alcune sono naturalmente felici, altre, invece naturalmente infelici.
E allora ecco, spontanea, sorgere la domanda se ad essere felici si può imparare o se é un dono e basta. Ho osservato molto, ho pensato, mi sono confrontata con altri e alla fine la mia risposta é sì, si può imparare, é possibile e dipende molto da noi.
E allora, madamina, il catalogo é questo...
Impariamo a conoscere noi stessi, a capire cosa ci fa stare bene e cosa ci fa stare male;
Impariamo ad allontanare i pensieri negativi e conservare ben vivi nella memoria i ricordi belli;
Impariamo a tenere a bada il senso di onnipotenza che spesso ci prende quando crediamo di poter cambiare il mondo e di dare al corso degli eventi la nostra impronta;
Impariamo a concentrarci e ad apprezzare il presente, quello che abbiamo, considerando il passato come storia e fonte di esperienza e non come un crogiulo di rimpianti e rimorsi;
Impariamo a non rimuginare, a non angustiarci, immaginando il futuro;
Impariamo a procedere per piccoli obiettivi;
Impariamo a relativizzare ciò che ci accade guardandoci intorno, imparando ad essere altruisti;
Impariamo a volerci bene. Smettiamo di lamentarci. La vita è breve.
Buon Anno, Gente.