domenica 20 novembre 2016

TIRAMISU' VIGNAIOLO per MTChallenge n. 61

La sfida MTChallenge di novembre, la n. 61, è dolce. Molto dolce. 
Ha per protagonista il tiramisù, uno dei dolci tra i più lussuriosi e voluttuosi, che in questa sfida va abbinato ad un film o ad una icona sexy del cinema. Dolce su dolce quindi.
"Il (sexy) Tiramisù", è la proposta della blogger Susy May, del Blog "Coscina di pollo", una donna evidentemente grande appassionata di cinema. E molto golosa. 
Grande!
Bene, mi sono detta, allora andiamo di immaginazione.
E così, tra le associazioni possibili che si sono rincorse a briglia sciolta nella mia testa, i riflettori si sono puntati su un film di Ridley Scott, "A Good Year" (in Italia "Un'ottima Annata"), con Russell Crowe e Marion Cotillard.
Perché?
Perché se il Tiramisù è gioia per il palato, il film di Scott è, per me, gioia per gli occhi.
Un film delicato, gradevole, dove l'atmosfera romantica della Provenza, la luce ovattata e gli splendidi colori dei suoi vigneti sono i protagonisti assoluti.
Non è un capolavoro, ma è uno di quei film che danno ristoro, che consolano, come un calice di buon vino bianco, fresco, in una giornata estiva...

La Provenza è un luogo ricco di fascino, un paesaggio suggestivo, da sempre meta di pittori, artisti e turisti raffinati, dove alle bellezze naturali si aggiungono i profumi della cucina mediterranea e i colori del vino di grande qualità.
Quindi ho immaginato i due protagonisti, durante "un'ottima annata", che a chiusura di un ottimo pasto sotto un grande albero, circondati dalla campagna di Provenza, mangiano un ottimo tiramisù, gustandone insieme, ma in silenzio, le voluttuose sensazioni.
E per essere in tema e rendere omaggio al luogo, questo Tiramisù è con l'uva.

TIRAMISU' CON L'UVA

Ingredienti per 4 persone
mascarpone 500 g
uova - solo i tuorli - 5
zucchero 5 cucchiai
savoiardi 400 g
uva bianca 1 grappolo
succo d'uva qb
cognac (o brandy) 2 cucchiai

Procedimento.
Con uno sbattitore elettrico montate a spuma i tuorli d'uovo con lo zucchero.
Quando sono bianchi e spumosi incorporate a mano, con delicatezza, i 2 cucchiai di cognac e il mascarpone.
Nelle coppe individuali disponete a strati, fino ad esaurimento degli ingredienti, i savoiardi bagnati nel succo d'uva, la crema al mascarpone e alcuni chicchi d'uva tagliati a metà e privati dei semi.
Ad ogni cucchiaiata il chicco d'uva esplode in bocca, regalando una sorprendente nota di freschezza.
Accompagnare con un calice di Sauterne o altro vino passito.


sabato 22 ottobre 2016

MTCHALLENGE N 60. DE TAPEO! NAPOLI CHIAMA SPAGNA.

E tre!
Anche la sfida di ottobre dell'MTChallenge, che per me appunto è la terza, ci porta in un campo decisamente festoso: dopo la pizza e gli gnocchi, ora le tapas, come ci propone Mai Esteve, del blog Il colore della curcuma.


Per una napoletana come me è una sfida quanto mai intrigante e stuzzicante, perché credo che quello della cucina spagnola e della cucina napoletana siano mondi molto vicini tra loro per storia, per cultura, per vocaboli, per utilizzo di ingredienti e per abitudini.
A Napoli, come nelle città spagnole, mangiare è un affare serio, è un'azione continua, è un fatto conviviale. Si mangia ad ogni ora, insieme o da soli, per strada o nei locali.
Preoccupazione di ogni mamma, di ogni nonna...
Con una piccola differenza però.
L'abitudine spagnola di mangiare tapas nasce dall'esigenza di poter bere fuori pasto il "vino tinto", in compagnia, senza ubriacarsi.
L'abitudine napoletana di mangiare tanti stuzzichini, o "street food", nasce dall'esigenza di placare una "fame atavica" che da sempre ci accompagna. Infatti si mangia ma non si beve.
Almeno fino a qualche anno fa.
Poi con il turismo, gli scambi culturali, la globalizzazione, le abitudini si mescolano, i riti trasmigrano e tutto diventa più uguale. Ora anche a Napoli si beve fuori dal pasto.
Questa sfida prevede anche che a monte della scelta ci sia un file rouge che leghi il tutto.
Quindi, partendo dalla cucina, come filo conduttore della sfida ho pensato ad un ortaggio molto usato, ma non scontato, come potrebbe essere il peperone.
Ho pensato alla melanzana, berenjena in spagnolo, un ortaggio di origine indiana, portato nei paesi del mediterraneo dagli Arabi e largamente presente in queste due cucine.


Considerata in passato cibo povero destinato solo al popolo, cucinata quasi sempre fritta e insaporita con aromi o associata ad altri alimenti, ha saputo poi farla da re in molte preparazioni.
Il compito della sfida prevede di presentare la pietanza scelta sotto forma di tapas.
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E allora vediamo cosa sono queste generiche "Tapas".
Si dividono in tre preparazioni: Tapas, Montaditos e Pinchos.
Las Tapas sono piccole porzioni di pietanze che vengono servite in piattini, in ciotole, o in bicchierini. Sono, molto spesso piatti parecchio conditi.
I Pinchos sono bocconcini, frittelle, polpette, che infilzate con uno stecchino possono essere mangiati in un sol boccone.
I Montaditos sono fettine di pane condite con qualunque cosa ci si possa mettere su.
Quindi, partendo da uno degli ortaggi più napoletani che conosco, la melanzana, l'ho poi declinata nei tre modi di Tapas.

1) LAS TAPAS - PARMIGIANA DI MELANZANE
Ingredienti per una parmigiana x 4 persone.
Melanzane  medie 4
Sugo di pomodoro passato - 1kg di pomodori maturi
Parmigiano 100 g
Uova 1
Basilico un ciuffo grande
Farina 100 g
Olio di arachide
Olio extravergine di oliva
Sale e pepe
PROCEDIMENTO
Cuocete i pomodori e passateli al passaverdura. Fate restringere il sugo, con un po' di olio evo.
Se non è stagione di pomodori, in alternativa utilizzate i pelati confezionati e procedere allo stesso modo.
Tagliate a fette le melanzane, infarinatele e friggetele un po' per volta in abbondante olio di arachidi.
Mettetele a sgocciolare su carta cucina per far assorbire bene l'unto.
In una ciotola sbattete bene l'uovo con un pizzico di sale e mescolate 6 cucchiai di sugo.
In una teglia mettete sul fondo un po' di pomodoro e fate un primo strato di melanzane. Condite con qualche cucchiaiata di sugo con l'uovo, basilico e parmigiano.
Fate un secondo strato, fino poi ad esaurire gli ingredienti.
L'ultimo strato va condito con il solo pomodoro.
Infornate per 40 minuti in forno ventilato a 180 gradi (dipende dal vostro forno...) e poi lasciate raffreddare.
Tagliate a quadrotti che servirete in singoli piattini.

2) I PINCHOS - POLPETTE DI MELANZANE
Per una decina di polpette.
Melanzana 1
Pan carré 2 fette
Uova 1
Parmigiano 80 g
Aglio 1 spicchio
Prezzemolo un ciuffo
Olio extravergine qb
Pangrattato qb
Sale qb
PROCEDIMENTO.
Lessate la melanzana intera. Fatela raffreddare.
Nel mixer mettete il pan carré, l'aglio e il prezzemolo.
Sminuzzate la melanzana al coltello.
In una ciotola unite il pane, la melanzana, il parmigiano, un cucchiaio di olio e l'uovo.
Impastate e regolate la consistenza aggiungendo pane grattugiato se serve. L'impasto deve essere morbido ma "polpettabile".
Fate le polpette, passatele nel pangrattato e friggetele in olio di oliva.

3) I MONTADITOS - MELANZANE A FUNGHETTO
Melanzane 2
Pomodori datterino 5
Olio extravergine d'oliva qb
Un filone di pane tipo baguette
Sale qb
PROCEDIMENTO
Tagliate le melanzane in 4 per il verso lungo. Eliminate un pochino di polpa e tagliate a cubetti.
Friggetele poche per volta in olio di oliva.
Far sgocciolare bene su carta assorbente da cucina. Salate.
In una padella mettete un cucchiaio di olio e fate cuocere a fiamma viva i pomodori tagliati a piccoli pezzi.
Aggiungete le melanzane, mescolate e spegnete.
Tagliate le fette di pane e su ognuna mettete una cucchiaiata dì melanzane.


sabato 24 settembre 2016

GNOCCHI DI PATATE CON BURRO FUSO, SALVIA E CANNELLA. Per MtChllenge n. 59

La sfida di questo mese per l'mtchallenge mi ha proprio preso.
Il tema della sfida n. 59 è: gli gnocchi di patata. Geniale.
Lo ha proposto Annarita Rossi del blog Il bosco di alici.
Il post di Annarita si è rivelato fonte di ispirazione e così, io che di solito frequento la cucina tradizionale e semplice, mi sono cimentata in variazioni sul tema gnocchi. Senza esagerare.
In questo caso mi sono ispirata all'antica cucina veronese e ho profumato il condimento di questi gnocchi con un pizzico di cannella. E poi ho voluto provare le patate a buccia rossa e paga gialla, che uso poco perché le trovo un po' tendenti al dolce. Ma qui stanno benissimo!
Del resto gli gnocchi sono buoni in tutte le salse.











                                                         INGREDIENTI per 4 persone
PER GLI GNOCCHI:
Patate con la buccia rossa 1 kg
Farina "0" 300 g

PER IL CONDIMENTO:
Burro 200 g
Salvia un rametto
Cannella in polvere un pizzico
Sale e pepe q.b.
PROCEDIMENTO:
Lessate le patate con la buccia, pertendo da acqua fredda, per 40 minuti da quando prendono il bollore. Sbucciatele calde, passatele con lo schiacciapatate, mettetele su una spianatoia e aspettate che raffreddino un po'. 
Poi aggiungete la farina poco per volta e, velocemente, formate un panetto liscio e morbido.
Procedete con la fattura degli gnocchi, formando dei rotolini, tagliando i pezzetti e passandoli sul rigagnocchi. Allineateli su un telo pulito e leggermente infarinato.
Intanto che l'acqua bolle, in un tegame capiente, fate fondere il burro con la salvia.
Cuocere gli gnocchi, pochi per volta, nell'acqua salata e quando vengono a galla metterli nel tegame. Spadellare a fuoco basso per circa 1 minuto e spolverare col pizzico di cannella.

VINO: bollicine. Un Franciacorta o un buon prosecco.

GNOCCHI E MARE per MTC N. 59

Settembre. 
Riprende l'mtchallenge, la sfida in punta di fioretto tra blogger su una ricetta a tema.
Il tema della sfida n. 59 è: gli gnocchi
Lo propone Annarita Rossi del blog Il bosco di alici.
Devo dire che mi gusta proprio. 
Io sono Partenopea di nascita e di formazione e da anni vivo a Verona, quindi gli gnocchi, ormai, ce li ho nel DNA, perché a Napoli e in tutto il golfo c'è tradizione di gnocchi, chiamati anche la pasta di casa e Verona è proprio la città degli gnocchi, al punto che ha dedicato loro la sua maschera carnevalesca, il Papà de Gnocco. 
In casa mia ogni volta che ci sono pranzi con molti commensali si parte di teglie con gnocchi alla sorrentina che fanno felici tutti e a Carnevale il venerdì gnocolar, dopo la sfilata dei carri ci si ritrova sempre con tutti gli amici per una serata a base di gnocchi in tutte le salse.
Tanto mi appassiona l'argomento che credo di aver declinato questo piatto in ogni possibile variazione: gnocchi di pane, gnocchi di ricotta, gnocchi di semolino, gnocchi di zucca, alla parigina, alla romana...
L'unica problema è trovare le patate giuste, perché fare gli gnocchi sembra facile, ma è un attimo che in pentola ti diventano una colla immonda. 
Per evitare questo, a mio avviso, 3 sono i punti cardine, irrinunciabili, per una corretta fattura:
1 - patate a pasta bianca VECCHIE
2 - niente uova nell'impasto
3 - le patate si sbucciano e si schiacciano CALDE
Qui li propongo con un condimento "di mare" e un po' di terra, che a me piace molto.

Del resto le patate si sposano bene col pesce e gli gnocchi, soffici e avvolgenti, ben sanno armonizzarsi con la sapidità delle cozze, la dolcezza delle zucchine e il profumo dei gamberi.


INGREDIENTI per gli gnocchi (4 PERSONE)
patate vecchie a pasta gialla 1 kg
farina 00  300 g (ma poi si va seguendo l'impasto)



PREPARAZIONE
Lessate le patate con la buccia, mettendole in pentola con abbondante acqua fredda e una manciata di sale. Pelatele ancora calde e passatele con lo schiacciapatate.
Mettete le patate su un piano di lavoro ben infarinato, far evaporare bene e impastate velocemente aggiungendo la farina un po' alla volta, fino ad ottenere un composto compatto ma allo stesso tempo soffice. La farina può variare a seconda della qualità delle patate impiegate.
Dividete l'impasto in filoni e lavorateli sino ad ottenere dei cilindri spessi 2/3 centimetri.
Tagliando i filoni in pezzetti ottenete gli gnocchi.
Per fare la caratteristica rigatura, che assorbe il sugo e rende lo gnocco saporito, dovete passare gli gnocchi velocemente sui rebbi di una forchetta (oppure utilizzare un rigagnocchi) e disporli su vassoi leggermente infarinati in modo da non sovrapporli. 
Gli gnocchi vanno poi cotti in acqua bollente e scolati appena vengono a galla. 


INGREDIENTI per il condimento.
Cozze 1 kg
Code di gamberi già sgusciate 12
zucchine 2
pomodori datterino 6
olio extravergine di oliva 10 cucchiai
aglio 1 spicchio
basilico 8 foglie
sale e pepe q.b.

PREPARAZIONE
Pulite le cozze, togliendo il filamento esterno e lavandole bene.
Fatele aprire in una pentola coperta, a fuoco vivo.
Sgusciatene una parte e tenete intere quelle più belle per decorare il piatto.
Filtrate l'acqua e tenetela da parte.
Tagliate sottilmente, a julienne, le zucchine e i pomodori.
In un tegame capiente mettete l'olio e l'aglio schiacciato a rosolare.
Togliete l'aglio e aggiungete le zucchine e i pomodori. Fate saltare velocemente.
Aggiungete le code di gambero. Salate e spegnete dopo 1 minuto.
Prendete metà delle zucchine e frullatele con qualche cucchiaio di acqua delle cozze e le foglie di basilico, fino ad ottenere una crema.
Lessate gli gnocchi pochi per volta, in abbondante acqua salata.
Appena affiorano pescateli e metteteli nel tegame, con il condimento caldo.
Aggiungete la crema di zucchine, girate delicatamente, aggiungete le cozze sgusciate e impiattate, decorando ogni piatto con le cozze intere.
Una generosa macinata di pepe.

VINO:Accompagnate con un vino rosato fermo, non troppo giovane.


mercoledì 31 agosto 2016

COREGONE MARITATO con la terra e il mare. Per il Garda Cooking Cup 2016

Eh sì, ci ho proprio preso gusto. 

                            
E così per il GARDA COOKING CUPla manifestazione che si svolgerà a Salò sabato 24 e domenica 25 settembre, che unisce la vela amatoriale, la cucina di qualità e alcune eccellenze gastronomiche del territorio del Garda, ho voluto cimentarmi in una seconda ricetta da proporre per il contest "Il Garda in Padellaindetto per l'occasione dall'Associazione Italiana Food Blogger (Aifb). 
Il contest è una sfida tra 40 food blogger selezionati all'interno dell'Associazione e consiste nel preparare, da parte di ognuno di loro, 1 o 2 ricette originali con il pesce di lago, abbinandolo ad almeno 2 dei prodotti scelti tra le eccellenze del territorio del Garda e contenuti in una "mistery box", confezionata ad hoc per questo contest e consegnata ad ognuno.
I prodotti sono:

In questa ricetta il pesce di lago, un bel Coregone (o Lavarello), l'ho cucinato "maritandolo" alla terra e al mare, in un matrimonio che intriga, che coniuga più sapori e che promette un'interessante esperienza gustativa. Così ai filetti del Coregone, velocemente scottati in padella, ho sposato un sapore della terra con i funghi e un sapore del mare con le vongole, utilizzando poi lo zafferano per legare il fondo e delle  fette di polenta per completare il piatto.
Naturalmente per cucinare ho usato l'olio extravergine del garda e per accompagnare il vino Chiaretto RosaMara di Costaripa che con la sua sapidità e i suoi sentori di biancospino, amarena e melograno ha valorizzato meravigliosamente questo piatto dal profumo così ampio.

I prodotti usati per la  ricetta sono: 
                                         
                                       COREGONE MARITATO con la terra e il mare.
INGREDIENTI 
per 2 persone 
Per il pesce
 Coregone 2 filetti
olio extravergine di oliva qb
Per il condimento
zafferano 1/2 bustina
 vongole veraci 300 g
 funghi (pioppini o champignon )150 g 
olio extravergine di oliva 5 cucchiai
prezzemolo tritato qb
pepe qb
sale qb
Per la Polenta
farina di mais 250 g
acqua 1/2 litro
sale qb
Tempo di preparazione. 30 min
Tempo di cottura 30 min 
Tempo di cottura della polenta 50 min + il tempo per il raffreddamento
Difficoltà : media

PROCEDIMENTO.
- Preparate la polenta. 1 h
Versate a pioggia la farina nell'acqua bollente e salata, girando con una frusta e fate cuocere a fiamma bassissima e a pentola coperta, mescolando di tanto in tanto.
Versarla in una teglia e farla raffreddare.
- Preparate il condimento. (30 minuti)
Pulite e affettate i funghi e fateli cuocere in padella a fiamma viva con 3 cucchiai di olio.
Fate aprire in un tegame coperto le vongole. Tenetene una dozzina con il guscio e sgusciate le altre.
Stemperate lo zafferano con 4 cucchiai di acqua delle vongole filtrata e aggiungetelo ai funghi. 
Amalgamate e spegnete. 
Unite le vongole sgusciate. 
- Preparate il Coregone (15 minuti)
Fate scottare a fiamma viva i filetti di pesce, tenendoli dalla parte della pelle, in un tegame con 2 cucchiai di olio, per 15 minuti. 
Unite il condimento di funghi, vongole e zafferano. Spolverate con pepe macinato fresco. 
Dopo un paio di minuti spegnete la fiamma.
Servite adagiando nel piatto un filetto di Coregone, il condimento di funghi, vongole e zafferano, 6 vongole con il guscio e 4 spicchi di polenta. 
Guarnite con poco prezzemolo tritato.
  

lunedì 15 agosto 2016

TORTELLI VISTA LAGO, CON LAVARELLO, CAPPERI E BAGOSS.

Con questo piatto partecipo al contest "Il Garda in Padella", una gara tra blogger, indetta da Aifb nell'ambito della manifestazione GARDA COOKING CUP, che si svolgerà a Salò il 24 e il 25 settembre. 
Candidarmi a questo contest ha richiesto non poco coraggio da parte mia.
Per me, nata a Napoli, a Posillipo, con il mare praticamente in casa, cresciuta camminando ogni giorno sul lungomare e mangiando il pesce comprato al borgo marinaro di S. Lucia, confrontarmi con il pesce di lago significa essere decisamente un'incosciente.
Sono poche le cose che mi fanno paura in cucina: una di queste, lo ammetto, è proprio il pesce di acqua dolce.  In tutti gli anni di onorata e onesta cucina familiare, mi sono confrontata giusto con qualche filetto di trota. Cotto al vapore e accompagnato da maionese e patate lesse. Punto.
Ma da oltre trent'anni vivo a Verona e le acque del Lago di Garda  hanno aggiunto altri panorami, non meno belli, a quello del mare. Anche a tavola. 
Ho imparato ad apprezzare e a gustare la sua cucina, frequentando i ristoranti più o meno famosi delle sponde di questo lago.
Il lago di Garda è un meraviglioso mix di paesi, borghi, angoli pittoreschi, acque navigabili, con un sorprendente terroir ricco di prodotti di eccellenza: frutta, olio, vino, pesce...
E allora quando l'Aifb ha lanciato il contest ho pensato: perché no?, perché non provarci? 
L'orgoglio e il senso di soddisfazione che da' il confrontarsi con una sfida è impagabile. 
Anche se non vinci. Il solo averci provato, ti gratifica.
La sfida consiste nell'abbinare ad un pesce del lago almeno 2 dei prodotti contenuti in una mistery box confezionata ad hoc per questo contest con prodotti di eccellenza del territorio del Garda e consegnata a casa di ogni partecipante, con:
Capperi di GargnanoZafferano di PozzolengoChiaretto del GardaOlio extra vergine del Garda DOPBagoss o formaggella di TremosineFarina gialla di Bedizzole.
Ma cosa proporre, senza che i cultori della cucina di lago gridassero subito al sacrilegio?
Mi piace molto fare la pasta in casa: tagliatelle, cecatelli, scialatielli. Quando ho tempo, anche ravioli e tortelli. di solito ripieni di erbette, di ricotta, o di zucca, spesso in compagnia di amici che poi aiutano a stendere, a tagliare la pasta, a riempire e  a chiudere i tortelli.
E a banchettare.
E allora ho deciso di fare dei tortelli, dei tortelli al sapore di lago, con il ripieno a base di Lavarello (o Coregone), un pesce tipico del Garda.
Tra i prodotti della scatola ho scelto: 
- Capperi di Gargnano 
- Bagoss
- Olio extra-vergine biologico monovarietale Casaliva
- Chiaretto del Garda  Costaripa  
Il perché di questa scelta.
Perché i capperi danno sapidità e "spinta" al pesce di lago; il Bagoss al posto del grana, dà una sorprendente complessità gustativa con i suoi "profumi" decisi; l'olio extra vergine di oliva non può mancare come base del condimento e il Chiaretto RosaMara di Costaripa, con la sua persistenza e sapidità valorizza meravigliosamente un piatto così strutturato.
Per questi tortelli ho impastato la farina con meno uova e aggiungendo acqua, per avere una sfoglia che non coprisse il sapore del pesce.
Il ripieno l'ho preparato con il Lavarello, i capperi, il Bagoss e la ricotta a legare il tutto.
Il condimento l'ho fatto con olio, aglio, pomodorini datterini, e una spolverata di una panure di pane grattugiato tostato con i pinoli. Perfetti.
Il procedimento è un po' lungo ma se il ripieno lo si prepara in anticipo, il gioco è fatto. 

INGREDIENTI 
per 4 persone (40 tortelli)
Per la Pasta
 farina "0" o "00" 400 g
uova 3
+ un po' di semola per stendere la pasta
acqua qb
Per il ripieno.
lavarello 1 kg (parte utile 700 g ca)
ricotta  vaccina (non pastorizzata) 150 g
capperi sotto sale 25 
Bagoss grattugiato 80 g
un bicchiere di acqua
Per il condimento
olio 8 cucchiai 
pomodori datterini 500 g
3 spicchi di aglio
 pancarrè 2 fette
pinoli 30 g
pepe qb
sale qb
Difficoltà media.
Procedimento.
Preparate il ripieno. (30 minuti)
Iniziate mettendo a cuocere il lavarello, con il bicchiere di acqua, in un tegame coperto per 15 minuti.
Fatelo raffreddare e spolpatelo, eliminando bene tutte le lische.
In una ciotola stemperate la ricotta con il Bagoss, unite i capperi tritati molto finemente a coltello, la polpa del Lavarello molto sminuzzata e un pizzico di sale. Assaggiate.
Preparate la pasta fresca. (15' + 30' per il riposo della pasta)
In una terrina mettete la farina, fate un buco al centro e unite le uova intere. 
Sbattete con una forchetta e incorporate la farina. 
Poi cominciate a lavorare la pasta con le mani, aggiungendo il sale e l'acqua poca alla volta. Impastate energicamente per qualche minuto, fino a quando l'impasto non sarà omogeneo e compatto.
Conferitegli la forma di una palla, avvolgetela nella pellicola e mettetela a riposare per circa 30 minuti, in maniera tale da renderla più elastica.
Preparate il condimento. (15')
Sbollentate i datterini e spellateli. Una metà li lasciate interi, gli altri li schiacciate in un piatto. 
In un tegame largo mettete l'olio con gli spicchi di aglio schiacciati. 
Appena imbiondiscono, eliminateli e "sporcate" l'olio con 2 o 3 cucchiai di sugo di pomodori. Assaggiate, regolate il sale e l'acidità del pomodoro, aggiungendo un po' di zucchero se necessario. Dopo 5 minuti spegnete. 
Tritate al mixer il pancarrè e i pinoli e fate tostare per 3' in un padellino già caldo appena unto di olio.
Preparate i ravioli. (40 minuti)
Tirate delle strisce di pasta, sottili, con la macchinetta (o con il mattarello) e tagliate dei quadrati di 4 cm di lato. Inumidite  i bordi con un pennellino bagnato nell'acqua.
Al centro ponete un cucchiaino di impasto. 
Ripiegate prima a triangolo e poi chiudete il tortello con la pressione delle dita.
Spolverateli con un po' di semola e completate il lavoro.
In una pentola portate a bollore l'acqua e cuocete i tortelli. cuociono in 5 minuti.
Rimettete sul fuoco il tegame con il condimento. Tirate su i tortelli e metteteli nel sugo. 
Scuotete delicatamente il tegame per condirli bene, aggiungete i pomodorini interi, girate adagio per non romperli e spegnete subito. 
Mettete 8/10 ravioli per piatto, qualche pomodorino intero e una manciata della panure di pane e pinoli. Pepe a piacere. 



sabato 30 luglio 2016

VELLUTATA DI PISELLI CON QUENELLE DI RICOTTA ."Dieta Mediterranea? Sì, grazie!"

Una buona alimentazione è utile sia per mantenere buono il nostro stato di salute, sia per favorire il recupero dello stesso.
Le regole basilari di un'alimentazione che rispetti le esigenze del nostro organismo, le troviamo nella dieta mediterranea, dove sono presenti quegli alimenti di uso più comune e più utili al nostro nutrimento, quali cereali, legumi, ortaggi, frutta, insieme ad un po' di pesce e di carni bianche, che validamente possono contribuire alla prevenzione e alla cura di molte malattie e, sicuramente, ad elevare la qualità della nostra vita.
Molti studi evidenziano come il passaggio ad una sana e corretta alimentazione si riveli efficace in caso di sovrappeso, obesità, ipercolesterolemia, allergie, acne, ipertensione, gastrite, colite, stipsi, intolleranze alimentari, cefalea... Non è poco.
L'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli e L'Associazione italiana Food Blogger promuovono, meritoriamente, il progetto "Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e Food Blogger: insieme per la salute. La ricetta giusta per il tuo benessere", nell'ambito del quale è stato indetto il food contest "DIETA MEDITERRANEA? SI', GRAZIE!"
Io presento questa ricetta che, in linea con il contest, fornisce un esempio di come un piatto veloce, facile e sano possa essere molto buono, gratificante e appetitoso. Anche duttile, perché può essere sia estivo che invernale, basta variarne la temperatura di servizio, e personalizzato secondo il proprio gusto, sostituendo la ricotta con un cucchiaio di yogurt greco o di formaggio fresco.
Gli ingredienti sono pochi, semplici, facilmente reperibili, ma l'aggiunta di zenzero e curcuma conferisce al piatto un tocco di eleganza, che diventa anche un plus salutare.
Il piatto è molto bilanciato, perché contiene legumi, ortaggi e un po' di proteine animali, date dalla ricotta. L'olio extra vergine di oliva lo completa, con il suo apporto salutare.

In fondo alla pagina, trovate i link utili per accedere alle informazioni più precise e complete dell'iniziativa. Vi invito a consultarli con attenzione.

Vellutata di piselli, con quenelle di ricotta di pecora.


Dosi  per 2 persone:
piselli (freschi o surgelati) 500 g
zucchine 1
patate 1
basilico un ciuffo
brodo vegetale (oppure acqua) 500 g
curcuma 1/2 cucchiaino da caffè
zenzero 1/2  cucchiaino da caffè 
(polpa grattugiata o secco in polvere)
ricotta di pecora 100 g
olio extra vergine di oliva 2 cucchiai
sale qb (poco, perché non ne serve)
Pepe macinato fresco, secondo il gusto.


Procedimento.
Sbucciate la patata, spuntate la zucchina e tagliatele a pezzi.
In un tegame mettete il brodo vegetale (o l'acqua) e la patata, la zucchina e i piselli. 
Dalla presa del bollore calcolate 20 minuti per la cottura.
Spegnete ed aggiungete il basilico. 
Frullate con un frullino ad immersione, fino alla consistenza desiderata.
Aggiungete lo zenzero, la curcuma e aggiustate di sale (poco!).
Mettete nelle fondine e aggiungete al centro la quenelle di ricotta. 
Spolverate con il pepe macinato fresco, e condite con un giro di olio buono.

http://areacomunicazione.policlinico.unina.it/28730-la-dieta-mediterranea-e/

http://www.aifb.it/contest/contest-dieta-mediterranea-si-grazie/

http://areacomunicazione.policlinico.unina.it/28629-il-regolamento-del-food-contest/


domenica 24 luglio 2016

APERITIVO. Per le sere d'estate con bollicine.

Adoro l'estate perché, tra le tante cose piacevoli, si può mangiare all'aperto.
Le cene, nelle calde sere d'estate, in giardino, con tanti gli amici o con tutta la famiglia, sono una delle cose che amo di più, perché ci si rilassa, si sta in allegria a godersi il fresco e a chiacchierare fino a tardi, in modo informale, con leggerezza. 
Ogni occasione è buona per organizzarne una: oggi la partenza per le vacanze di uno, domani il rientro dalle vacanze di un'altro, poi un compleanno, un onomastico, o un cibo particolare da far assaggiare, o un vino da aprire e condividere. I motivi non mancano. Altrimenti si creano.
Con il tempo ho imparato ad apprezzare la lentezza e ogni volta che è possibile cerco di metterla in pratica in tutte quelle piccole cose che però sanno riempirti la vita. come una cena in giardino.
E allora ci si ritrova al fresco, seduti sotto al pergolato d'uva a mangiare, a bere e a tirare tardi.
Come per ogni cena, un momento importante è l'aperitivo, cioè quel tempo, più o meno lungo, che serve a tutti gli ospiti per arrivare e per ritrovarsi e creare la giusta atmosfera .
Cosa preparare per questo benvenuto?
Quasi sempre preparo qualcosa di fritto, perché mette allegria e ben dispone.
In estate sono perfetti i fiori di zucchina e le foglie di salvia. Con un calice del nostro prosecco stanno benissimo.


Le dosi che vi do sono per 20 fiori di zucchina (puliti) e 20 foglie di salvia, quindi per 6 persone.
Più ospiti, aumentate in proporzione.
Comunque come aperitivo 2, 3 pezzi a testa sono sufficienti.
Per la pastella.
200 g di farina "0"
1 cubetto di lievito di birra fresco
1 tazza* di acqua non fredda
(*è una dose indicativa, dovete usarne quanta ne serve per una pastella molto morbida)
un pizzico di sale
1/2 l di olio di arachidi

In una terrina sciogliete il lievito con un po' dell'acqua.
Aggiungete la farina un po' per volta, alternando con l'acqua, finché non avrete una pastella della giusta consistenza.
Mettete il sale e lavoratela con la mano, o con la frusta, finché non diventa bella liscia e spumosa.
Copritela con un telo e lasciatela riposare per almeno un'ora. Deve lievitare.
Passate velocemente ogni pezzo nella pastella (ne deve essere appena velato) e friggetene pochi per volta nell'olio ben caldo. Scolate su carta da cucina.
Disponete tutto in un bel piatto e servite.
Calcolate per le operazioni di frittura una mezz'ora.
Buona cena.



sabato 9 luglio 2016

VENEZIA, i Bacari e tu.

Venezia è una città strana, ha l'acqua alta.
Venezia è una città strana, la si può visitare solo camminando.
Venezia è una città strana, non è divisa in quartieri o borghi o rioni, ma in Sestrieri, ognuno con una spiccata personalità: Dorsoduro, Cannareggio con il ghetto, Castello, Santa Croce, San Marco, San Polo. E poi le isole. La laguna.
Venezia è una città sospesa nel tempo, quando giri nei mercati, per le bancarelle di frutta e verdura, i venditori ti dicono "amore mio, cosa vuoi?" come 100 anni fa.
Venezia non ha i bar, ha i "Bacari".
Venezia è una città unica, perché quando la vedi ti dà l'emozione, la commozione e l'eccitazione di una prima volta, come quando vedi la neve per la prima volta, vedi il mare per la prima volta, ti innamori per la prima volta. 
Venezia è un'esperienza irripetibile.
E allora come può il turista, o il visitatore, scoprire, maneggiare, vivere in modo autentico Venezia?
L'ideale sarebbe visitarla con un veneziano, ma questo non è possibile. Almeno credo.
Una possibilità è di girarla "andando per Bacari".
Il Bacaro è un locale che ricorda molto le vecchie osterie, ed è un luogo dove è possibile mangiare     "i cicheti veneziani" (assaggini  prevalentemente di pesce che vengono esposti su lunghi banconi in legno) accompagnati da "un ombra de vin" (un bicchiere di vino rosso o bianco) oppure dall'aperitivo veneto per eccellenza quale lo "Spritz".


Ma il Bacaro è anche un luogo dove passare qualche ora in compagnia, tra bicchieri di vino e risate e dove fare amicizia, dove trovare ristoro. Un modo, unico e diverso di vedere  di Venezia.
Insomma, andar per Bacari è un'esperienza da fare assolutamente, almeno una volta nella vita, perché Venezia è romantica, ma anche gioiosa e divertente. 
Come fare per "andar per Bacari" ?
Scaricando la App che trovate qui sotto: è gratuita ed è assolutamente utile per guidarvi tra le calli, i campi e campielli, i Sestrieri, alla scoperta della Venezia da vivere.
Ecco il link:




venerdì 24 giugno 2016

PIZZA CON PROVOLA AFFUMICATA E PATATE. Per Mtchallenge # 58


Certo che per l'ingresso nell'Mtchallenge non poteva capitare sfida più appropriata per una napoletana come me: la pizza! (http://www.mtchallenge.it/p/chi-siamo.html)
Per me, cresciuta a mare e pizza, "e che 'ce vo'?", è stato il primo pensiero.
Solo che io, la pizza, per molto tempo l'ho molto mangiata e poco impastata. Poi, lontana da Napoli, ho cominciato ad impastare, senza pretendere però, di competere con quella "originale" e, per questo quando voglio fare la pizza, di solito la preparo  fritta, ripiena o con il pomodoro.
Oppure al forno ma in teglia, preparando l'impasto basandomi sull'esperienza, sull'esercizio della pratica, piuttosto che sulla teoria. 
Quindi approfitterò di questa occasione per affinare sapientemente, con una dotta teoria, la conoscenza degli ingredienti, la tecnica di impasto, i tempi di lavorazione. Insomma di diventare, rispetto all'argomento, un po' più professionale. Già leggere il post sulla  Pizza di Antonietta Golino, dal Blog La Trappola Golosa è stato illuminante.
A mano a mano che sono andata avanti nella lettura, a mano a mano che ho capito i termini della sfida ho realizzato che non basta impastare acqua, farina e lievito per fare una fragrante pizza, ma che occorre usare una certa farina, una certa acqua, una certa quantità di lievito, dare tempi lunghi,   rispettare il disciplinare, se si vuole dominare il procedimento e conseguire il giusto risultato.
Una bella alchimia.
Che la pizza, rispetto a quando vivevo a Napoli e ne mangiavo in giro almeno 2 al giorno, una fritta e una a "portafoglio", fosse diventata un affare serio, l'avevo già capito frequentando le nuove pizzerie e ascoltando le dotte dissertazioni dei pizzaioli gourmet, che ogni giorno si avvicendano in TV.
Idratazione, maturazione, lievitazione, alveolatura... Che cosa difficile! 
E poi gli ingredienti: per condire solo quanto di più unico si possa avere a disposizione. Mamma mia.
Però ora, dopo aver letto il post di Antonietta, mi sento pronta. Sicura. Ce la posso fare.
Ho deciso di fare la pizza in teglia, con metodo diretto, proponendo la versione che va per la maggiore in casa mia quando decido di prepararla io: la pizza con mozzarella, provola affumicata e patate. E un tocco di rosmarino.



Una pizza rustica, forte, lontana dal sapore dalla tradizionale e gentile Margherita, per non dover sostenere nessun confronto con quella, che per me è l'unica e la sola originale pizza.
Invito tutti voi, caldamente, a leggere il post di Antonietta per imparare tutto quello che ancora non sapete sulla pizza. Confrontarsi con chi è esperto è sempre una buona pratica.
Intanto, vi spiego come e cosa ho fatto io.



Pizza in teglia con metodo diretto. 
Teglia rettangolare, la leccarda del forno.
La maturazione dell'impasto in frigo e la lievitazione in teglia.
L'impasto ha un'idratazione al 65%, quindi ha una consistenza morbida.
Occorrono molte ore, quindi si impasta il giorno prima o la mattina per  la sera.

Ingredienti.
450 g di farina "1"
290 g di acqua
12 g di sale
1 g di lievito di birra

2 patate
150 g di provola fresca affumicata
100 g di mozzarella vaccina
un rametto di rosmarino
olio extravergine di oliva qb
sale e pepe

Procedimento.
Ho setacciato la farina e l'ho messa, a fontana, in una ciotola.
Ho sciolto il lievito in una tazzina d'acqua prelevata dal totale. 
L'ho versato sulla farina, lavorando con la punta delle dita.
Ho aggiunto il resto dell'acqua e il sale.
Sempre lavorando con le dita ho mescolato bene il tutto.


Ho trasferito l'impasto sul piano di lavoro e ho impastato per 10 minuti, piegando e ripiegando più volte. L'impasto non va stracciato.


L'ho messo in una ciotola leggermente infarinata, l'ho coperta con la pellicola e l'ho lasciata 1 ora a temperatura ambiente.
Ho messo in frigo per 12 ore. 
Poi l'ho tolto dal frigo e ho aspettato 2 ore, finché l'impasto non si è gonfiato.
Sul tavolo da lavoro, leggermente infarinato, l'ho steso usando la punta della dita, senza schiacciare ma allargando l'impasto. L'ho trasferito nella teglia foderata di carta forno e l'ho lasciato lievitare per altre 2 ore. Ho acceso con largo anticipo il forno, statico, alla massima potenza.


Intanto ho sbucciato le patate, le ho tagliate a fette sottili con la mandolina e le ho sbollentate per 5 minuti in acqua bollente salata. Le ho asciugate su carta da cucina.


Ho condito la pizza con un giro di olio, con la mozzarella e la provola tagliate a dadini molto piccoli, ho disposto le fette di patata a coprire il tutto e ho messo del rosmarino sbriciolato con le mani. ancora un giro di olio, pepe e un po' di sale.


L'ho infornata, nel forno caldissimo, sul ripiano centrale per 20 minuti, controllando la cottura. Eventualmente, se necessario, si può spostare più giù o più su la teglia.
Le cotture vanno sempre controllate e guidate.