lunedì 28 aprile 2014

Vino vivo: la Grola.


Un post... Posticipato.
Venerdì 4 aprile ho partecipato ad un evento di cui, visto l'argomento, sarebbe stato opportuno parlarne durante i giorni del Vinitaly. Ma poi il vortice dell'urgenza della quotidianità ha preso il sopravvento. Ne scrivo ora, tanto il vino é un prodotto che regge l'invecchiamento...
Allora. In qualità di amante e di "estimatrice" del buon vino è stato un piacere ed un onore essere presente venerdì 4 aprile, a Verona, presso la Galleria d'Arte Studio la Città, alla presentazione in anteprima della Limited Edition del vino La Grola, annata 2011, contraddistinta da un'etichetta d'artista.
L'artista in questione, quest'anno, è Arthur Duff, che ha dedicato a questo meraviglioso vino della Valpolicella l'etichetta che vedete qui nelle foto a sinistra: "Drops on Desert Storm".
Basta guardarla per capire le sue intenzioni, la sua ispirazione.
Duff ha voluto rappresentare, raccontare, riassumere con l'immagine, il terreno, la collina la Grola, di proprietà della famiglia Allegrini dal 1979, su cui, caparbiamente, si coltiva quella Corvina, vitigno autoctono della Valpolicella classica, che è il corpo di questo vino (80 % Corvina e 20 % Syrah).
Devo dire che colpisce. Guardi la bottiglia, l'etichetta e già intuisci, pregusti, quello che berrai.
Ma noi, solo amanti, oppure veri esperti del buon vino, quando beviamo un buon bicchiere, cosa cerchiamo in un vino rosso?
"Corpo", direte voi, senza alcun indugio.
Certo. Ma come deve essere questo corpo?
Intenso, elegante, sensuale, dico io.
Ecco, ed è proprio sensualità ed eleganza ciò che esprime all'assaggio il vino La Grola. 
Ma anche potenza. La potenza che la sua terra gli trasmette e che l'etichetta ha così ben colto nella sua essenza e la racconta.
Poi il profumo, così ampio, avvolgente, che ancora prima di berlo da' ebbrezza alle papille e ti sferza tutti i sensi. Un soprassalto che ti coglie.
Anche ora, che ne sto scrivendo, ne riesco a percepire nettamente il profumo già con il solo ricordo.
Quando si scrive o si parla di vino, però, bisogna farlo a bocca piena: un sorso e una parola, un sorso e una frase, un sorso e un pensiero...
Non si può parlare per ricordo. No, non é serio.
E allora eccomi qui, con un bicchiere di La Grola 2011, per dire la mia di questo vino, che durante il pranzo di Pasqua ho abbinato, magnificamente, con le costolette di agnello in fricassea e con tutte le altre pietanze, altrettanto forti, della tradizione.

È un vino intenso, elegante, di colore rosso rubino carico, con un profumo di frutti di bosco a cui si aggiungono vaghe note di tabacco, che sicuramente si può abbinare, oltre che con la carne, anche con formaggi stagionati, come il pecorino, il parmigiano... 

Io, personalmente, ve lo consiglio anche solo per accompagnare un momento di meditazione... 
É giustissimo.

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